Incentivi auto e mercato: cosa serve per la transizione

Il Presidente dell’Unrae Michele Crisci indica la via da seguire: “Serve stringere i tempi, altrimenti si rischia di arrivare a perdere mezzo anno e avere un impatto degli incentivi limitato sul 2024”

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Tra le righe del comunicato stampa rilasciato da Unrae si legge un appello da parte del Presidente Michele Crisci che suona come allarme: o gli incentivi auto per il 2024 vengono rilasciati in breve tempo oppure l’impatto che questi avranno sul mercato delle vetture nuove sull’anno corrente sarà molto limitato. “È d’obbligo per noi – attacca il Presidente – continuare a sottolineare l’importanza e l’urgenza di rendere presto operativo il nuovo schema incentivi: considerando i tempi tecnici di tutti i prossimi passaggi della normativa ancora necessari, rischiamo di arrivare a perdere metà dell'anno e avere un impatto degli incentivi estremamente limitato sul 2024”. Il forte ritardo nell’avvio di una politica di incentivi mantiene il nostro Paese fanalino di coda rispetto agli altri Major Markets europei. Gli incentivi – ricorda l’Unrae – sono stati introdotti in Francia da 15 anni, in Spagna da 14 anni, nel Regno Unito da 13 anni, in Germania da 8 anni e in Italia solo da 5 anni.

La linea da seguire

“Da noi – nota Crisci – dopo due anni di incentivi, peraltro abbastanza timidi in termini di importi unitari, nel 2022 gli stessi sono stati in sostanza vanificati perché sono state escluse le aziende, vero motore della transizione energetica. Per questo in due anni sono stati accumulati circa 600 milioni di fondi stanziati ma non spesi”. Per invertire questo trend, l’Unrae ritiene necessario che venga eliminato il tetto di prezzo alle auto 0-20 g/km di CO2 (elettriche e quelle poche ibride plug-in che rientrano in tale fascia), o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/km, e che il Governo accompagni questa transizione in modo strutturale, dando una visione chiara agli imprenditori e ai consumatori del piano incentivi per i prossimi 2/3 anni. E si augura che tali richieste possano essere presto introdotte, consentendo così un più rapido cambio di rotta per il nostro Paese. “Un ulteriore fattore abilitante per favorire il percorso verso la transizione energetica – sottolinea infine il Presidente dell’Unrae Michele Crisci – è la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni, attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, al fine di rilanciare la competitività delle nostre imprese e valorizzare il contributo che le stesse, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, possono fornire per accelerare il rinnovo del parco circolante”.