La preoccupazione Unrae per il ritardo degli incentivi

Saranno disponibili non prima di metà maggio gli incentivi 2024 volti a portare vantaggio agli automobilisti interessati all'acquisto di una vettura a basse o zero emissioni di CO2. Tutto troppo in ritardo. E preoccupa anche la rete infrastrutturale

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Numeri sempre più inquietanti per quanto concerne la vendita di auto elettriche e ibride plug-in, con le prime che nel mese di aprile 2024 hanno fatto registrare un 2,3% di share sul totale e le seconde un 3,3%. Per lo sviluppo della mobilità a zero e bassissime emissioni, dunque, l’Unrae insiste sull’estrema urgenza di pubblicare in Gazzetta Ufficiale il Dpcm annunciato da ben tre mesi, e di rendere immediatamente operativa la piattaforma di Invitalia. Ma ribadisce anche, ancora una volta, la necessità di correggere il nuovo schema incentivi, seppur già migliorativo: “Riteniamo doveroso che il tetto di prezzo alle auto 0-20 g/km venga eliminato o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/km”, rimarca il Presidente Michele Crisci, aggiungendo che “occorre poi che il Governo accompagni questa transizione in modo strutturale, dando a consumatori e operatori una chiara visibilità sul programma incentivi per i prossimi 2-3 anni”.

Infrastrutture

Sul tema infrastrutture di ricarica pubbliche, l’Unrae continua a chiedere che il Mase adotti tutte le opportune misure per favorire una più ampia partecipazione degli operatori alle gare per l’assegnazione dei progetti finanziati dal Pnrr, risolvendo i problemi che hanno portato finora a una scarsa adesione in ambito extra-urbano: “Occorre garantire il pieno utilizzo delle risorse stanziate per lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica capillare anche su autostrade e superstrade, ed è necessario accelerare al massimo la pubblicazione dei nuovi bandi”, sottolinea Michele Crisci. L’Unrae manifesta, inoltre, forte perplessità per la recentissima rinuncia, da parte di uno dei due principali aggiudicatari delle gare per le infrastrutture di ricarica urbane, al finanziamento per un lotto di ben 1.655 punti di ricarica. Questi dovranno ora essere rimessi a gara, con tempi incerti e sicuramente non brevi: mentre le scadenze del Pnrr si avvicinano, si andrà dunque a rallentare l’infrastrutturazione del nostro Paese, che nonostante i progressi rimane ancora inadeguata rispetto agli obiettivi prefissati. Preoccupano, infine, alcune tendenze che potrebbero incidere negativamente sullo sviluppo della mobilità elettrica in Italia, quali gli aumenti tariffari delle ricariche pubbliche e l’eliminazione delle formule di abbonamento da parte di alcuni grandi operatori.