Multe con i tutor: come e quando fare ricorso

I tutor rilevano la velocità media su un certo percorso: in caso di infrazione si può essere sanzionati, ma è anche possibile fare ricorso. Scopriamo come fare

Articolo aggiornato il
da
Luca Frigerio

I tutor sono sistemi di rilevamento che misurano la velocità media su un determinato tratto di strada. Al contrario, i noti autovelox registrano la velocità istantanea. Tutti i conducenti di qualsiasi tipo di autoveicolo sono tenuti al rispetto del Codice della strada, ma allo stesso modo le forze dell’ordine devono attenersi a una serie di norme nel rilevamento della velocità attraverso tali sistemi. Se così non fosse, è possibile fare ricorso contro una multa con i tutor: scopriamo come e quando farlo.

QUANDO CONTESTARE LA MULTA

- Il tutor va sempre segnalato: la presenza del tutor deve essere segnalata attraverso l’installazione di pannelli informativi posti a una distanza dalla postazione che permetta di rallentare senza creare rischi di tamponamenti. Lo stesso cartello va ripetuto dopo ogni intersezione o superati i 4 km; diversamente la multa è nulla.

- Il tutor deve essere tarato e omologato: il sistema deve essere sottoposto alla revisione annuale, la data dell’ultimo controllo viene segnata sul verbale. In caso di contestazione l’automobilista ha diritto a chiedere di verificare gli atti amministrativi che attestano tale accertamento. L’amministrazione che ha in gestione il tutor deve dimostrare sia l’omologazione che la taratura.

- I tempi di consegna del verbale: affinché il verbale sia valido, tra il giorno dell’infrazione e quello in cui le forze dell’ordine hanno spedito la busta con la multa non devono essere trascorsi più 90 giorni. Se questo limite viene superato, la sanzione è nulla.

COME CONTESTARE LA MULTA

Per presentare il ricorso ci sono due modalità. La prima tramite il prefetto con invio tramite raccomandata entro 60 giorni dal ricevimento della multa. Può essere spedita al comando della polizia competente che ha il compito di inoltrarla al prefetto oppure direttamente al prefetto, che dovrà dare risposta entro 210 giorni. La mancata risposta implica che il ricorso è stato accolto. Questa procedura è gratuita, ma è possibile solo quando i vizi del verbale sono palesi e non necessitano di interpretazioni. La seconda modalità, invece, è fare ricorso al giudice di pace entro i 30 giorni dalla notifica di violazione. Non richiede l’assistenza di un avvocato, ma necessita del contributo unificato di circa 40 euro e, in molti casi, richiede la presenza a più di un’udienza.